Capitolo 2
CENNI DI NEUROFISIOLOGIA CENTRALE

2.1 IL NEURONE: ANATOMIA MICROSCOPICA, CITOLOGIA E FUNZIONI
2.1.1 IL NEURONE
2.2 LA TRASMISSIONE DELL'IMPULSO NERVOSO. MECCANISMI ELETTROFISIOLOGICI, RUOLO DELLE STRUTTURE NEURONALI
 2.2.1 IL POTENZIALE A RIPOSO E QUELLO D'AZIONE
2.3 MEDIAZIONE CHIMICA DELL'IMPULSO NERVOSO. SINAPSI, RECETTORI, SECONDI MESSAGGERI, IL SIGNIFICATO ADATTATIVO E BIOLOGICO DELLA MEDIAZIONE CHIMICA DELL'IMPULSO NERVOSO
 2.3.1 SINAPSI
2.4 TRASMISSIONE SINAPTICA
2.5 INATTIVAZIONE DEL NEUROTRASMETTITORE
2.6 SINTESI DEL NEUROTRASMETTITORE
2.7 IMMAGAZZINAMENTO DEL NEUROTRASMETTITORE
2.8 LIBERAZIONE DEL NEUROTRASMETTITORE
2.9 BLOCCO DELLA RICATTURA
2.10 BLOCCO DEGLI ENZIMI INATTIVANTI
2.11 INTERAZIONE NEUROTRASMETTITORE-RECETTORE
2.12 LA TRASDUZIONE DEL SEGNALE SINAPTICO

2.1 IL NEURONE: ANATOMIA MICROSCOPICA, CITOLOGIA E FUNZIONI

video introduttivi zoom su neurone il neurone

2.1.1 IL NEURONE

Per svolgere propriamente la sua funzione di trasmissione degli impulsi nervosi , ogni neurone è costituito da una lunga diramazione chiamata assone e da altre più brevi e ramificate chiamate dendriti (dal greco dendron= albero), che si dipartono da un corpo cellulare di forma irregolare costituto dal citoplasma e da un nucleo. L'assone è il mezzo attraverso cui un neurone invia i suoi segnali ad altre cellule situate anche a lunga distanza dal corpo cellulare; nel caso delle cellule piramidali della corteccia cerebrale gli assoni si estendono dalla corteccia fino alle parti caudali del midollo spinale, ad una distanza che nell'uomo è di circa 120 cm., mentre i dendriti sono molto più brevi e numerosi perché destinati a ricevere i segnali in arrivo da altri neuroni.  torna a inizio capitolo

2.2 LA TRASMISSIONE DELL'IMPULSO NERVOSO. MECCANISMI ELETTROFISIOLOGICI, RUOLO DELLE STRUTTURE NEURONALI

2.2.1 IL POTENZIALE A RIPOSO E QUELLO D'AZIONE

A livello cellulare l'attività elettrica di un neurone è il risultato finale del movimento di cariche (ioni) attraverso la sua membrana. Gli ioni che portano la maggioranza delle cariche elettriche sono il sodio (Na+) il potassio (K+), il cloro (Cl-) e il Calcio (Ca2+). La diversa concentrazione degli ioni negativi e positivi all'interno e all'esterno della membrana è responsabile del potenziale a riposo, ed è il risultato di una permeabilità selettiva per alcuni ioni, dovuta alla differente distribuzione di proteine e aminoacidi carichi negativamente, e all'azione dello "scambiatore" Na+ / K+ (ii).
Tutti i neuroni possiedono quindi una carica elettrica di membrana, che è determinata dalla differenza di potenziale (DP) tra gli ioni positivi e quelli negativi concentrati in modo ineguale nello spazio extracellulare ed intracellulare e che è responsabile del potenziale a riposo.
La DP è compresa, per la maggior parte dei neuroni, tra i -40 e i -75 mV. Anche nel suo stato di quiete il neurone è quindi polarizzato elettricamente. Quando esso viene stimolato si genera un potenziale d'azione, si produce cioè una depolarizzazione che corrisponde ad una riduzione della carica negativa all'interno della cellula nervosa. Viceversa l'iperpolarizzazione corrisponde ad un aumento della carica negativa all'interno del neurone e si traduce in una inibizione della sua attività.Dato che le membrane cellulari sono costituite in prevalenza da lipidi (elementi resistivi, in termini elettrici) gli ioni non possono diffondere liberamente, ma hanno bisogno di attraversare dei complessi sopramolecolari di proteine passanti le membrane che costituiscono dei canali specifici (pori) per ciascun ione. La differente permeabilità delle cellule per i diversi ioni è quindi determinata dal numero di canali per ogni singolo ione presenti sulla superficie delle membrane.
La membrana neuronale possiede un gran numero di canali al K+ e pochi canali al Na+; essa è quindi altamente permeabile al K+, quasi impermeabile al Na+ e totalmente impermeabile per gli anioni organici (aminoacidi). Il K+ e gli anioni organici sono presenti in alte concentrazioni all'interno del neurone, mentre le concentrazioni maggiori di Na+ si trovano nello spazio extracellulare.  torna a inizio capitolo

2.3 MEDIAZIONE CHIMICA DELL'IMPULSO NERVOSO. SINAPSI, RECETTORI, SECONDI MESSAGGERI, IL SIGNIFICATO ADATTATIVO E BIOLOGICO DELLA MEDIAZIONE CHIMICA DELL'IMPULSO NERVOSO

2.3.1 SINAPSI

L'assone si ramifica nella sua parte terminale in numerose branche (terminazioni nervose) che giungono sino al corpo cellulare o ai dendriti di altri neuroni. Il sito di giunzione tra due elementi nervosi o tra un elemento nervoso ed il suo effettore (contrattile o secretorio) viene definito sinapsi (synapsis = unione). Le sinapsi del S.N.C. dei mammiferi presentano una notevole diversità morfologica (per forme e/o dimensioni).
La classificazione morfologica delle sinapsi le divide in: asso-somatiche, asso-dendritiche e sinapsi asso-assoniche (iii). Come è chiaro dalla loro definizione le sinapsi asso-somatiche sono quelle in cui la terminazione assonica entra in contatto con il corpo (soma) cellulare, mentre in quelle asso-dendritiche o asso-assoniche il contatto avviene tra l'assone e un dendrite o un altro assone, rispettivamente. Fra le due cellule contigue non esiste contatto e le membrane contrapposte restano separate da uno spazio di circa 200 Å definito spazio sinaptico o sinapsi.
La sinapsi è il sito di comunicazione tra un neurone ed il suo effettore, dove l'impulso elettrico, originato nel corpo cellulare o nei dendriti e diffusosi lungo l'assone, produce l'esocitosi di una sostanza chimica chiamata neurotrasmettitore o neuromessaggero (iv). La terminazione nervosa appare rigonfia (bottone sinaptico) e ricca di vescicole che contengono il neurotrasmettitore che deve essere liberato nello spazio sinaptico. Il bottone sinaptico è costituito da una fitta trama di microtubuli e fini filamenti simil-actinici che giungono sino alla parete interna della membrana presinaptica, da questi filamenti si dipartono dei tubuli di sinapsina I all'estremità dei quali sono ancorate le vescicole. Alcune vescicole sono libere e adiacenti alla parete presinaptica, quindi più rapide nella loro capacità di liberare il loro contenuto nello spazio sinaptico (v).
Numerose sostanze (amine, aminoacidi, peptidi) sono state identificate come neurotrasmettitori / neuromodulatori del S.N.C. (vi) e tutti i farmaci usati nella terapia dei disturbi mentali o neurologici e a scopo voluttuario (droghe), agiscono in modo diretto o indiretto a livello della trasmissione sinaptica.
I neurotrasmettitori che sono stati sintetizzati nel corpo cellulare del neurone, vengono trasportati, all'interno di vescicole, sino al bottone sinaptico dove si accumulano.
L'impulso nervoso produce la fusione tra la membrana delle vescicole e quella della terminazione nervosa, in modo che il contenuto delle vescicole sinaptiche si riversi nello spazio sinaptico. Il rilascio del neurotrasmettitore viene "innescato" dall'ingresso di ioni Ca2+, attraverso dei canali che sono concentrati a livello della regione presinaptica.  torna a inizio capitolo

2.4 TRASMISSIONE SINAPTICA

Ciascun neurone può contenere e liberare non solo il neurotrasmettitore principale (amina o aminoacido), ma anche un cotrasmettitore, in genere un peptide (vii) che ha il ruolo di modulare, amplificando o attenuando, l'effetto del neurotrasmettitore principale. La liberazione di due o più neurotrasmettitori / neuromodulatori da uno stesso neurone viene definita cotrasmissione. Il significato funzionale della cotrasmissione inizia ad essere definito solo in alcuni sistemi semplici ed è di difficile interpretazione nella sua complessità anche per quanto riguarda i neuroni dopaminergici che sono quelli maggiormente studiati a tale proposito e di cui parleremo in prevalenza (viii).
Le vescicole di un tipico neurone dopaminergico della Substantia Nigra contengono gli enzimi (tirosina idrossilasi e la decarbossilasi degli aminoacidi aromatici) necessari per la sintesi della dopamina a partire dalla tirosina. In aggiunta la vescicola può contenere un peptide precursore (pro-peptide) come la pro-neurotensina e gli enzimi necessari (3-6 diverse peptidasi) per la sintesi del peptide attivo: la neurotensina (ix).
Una volta liberate con questa modalità nello spazio sinaptico, la dopamina e la neurotensina diffondono rapidamente attraverso lo spazio sinaptico e si legano a dei recettori specifici situati nella membrana pre- e postsinaptica. E' evidente che per essere completata la trasmissione del segnale deve poter contare anche su altri tipi di proteine come quelle che mediano la trasduzione del segnale a valle del recettore. Si tratta di proteine-messaggeri di secondo e terzo ordine come canali ionici e metabolici, proteine-G, ciclasi, chinasi, fosfatasi, geni dall'induzione più o meno rapida e fattori di trascrizione.
I recettori sono delle proteine di membrana conformate in modo tale da riconoscere specifici neurotrasmettitori così come una serratura riconosce la propria chiave (x). Questa interazione tra neurotrasmettitore e recettore è altamente selettiva. Nessun neurotrasmettitore può influenzare una cellula che non abbia recettori specifici per quella determinata molecola.
Oltre a quelli localizzati nella membrana postsinaptica, esistono particolari recettori per il neurotrasmettitore situati sullo stesso neurone che lo ha liberato. Tali recettori sono stati definiti autorecettori o recettori presinaptici. Essi avrebbero la funzione di "allertare" il neurone di un eccesso di neurotrasmettitore, se stimolati i recettori presinaptici inibiscono la sintesi e la liberazione dello stesso neurotrasmettitore che li ha attivati, mentre il blocco dei recettori presinaptici si tradurrebbe in un potenziamento della trasmissione sinaptica (xi).  torna a inizio capitolo

2.5 INATTIVAZIONE DEL NEUROTRASMETTITORE

Il neurotrasmettitore liberato nello spazio sinaptico viene inattivato attraverso diversi meccanismi. I principali sistemi di inattivazione sono rappresentati dalla degradazione enzimatica e/o, per la maggior parte dei neurotrasmettitori, dalla ricattura da parte della stessa terminazione nervosa che li ha liberati (xii). Alcuni neurotrasmettitori come l'Acetilcolina vengono distrutti da enzimi localizzati nella membrana postsinaptica, altri vengono invece inattivati mediante un meccanismo di ricattura di membrana. Sulla terminazione nervosa sono infatti presenti dei sistemi di trasporto del neurotrasmettitore dallo spazio sinaptico all'interno del neurone che lo ha liberato. Ciascun sistema di ricattura riconosce solo il neurotrasmettitore liberato dalla terminazione nervosa o molecole molto simili (farmaci), ma non altri neurotrasmettitori.
A questo punto il neurotrasmettitore ricatturato può essere distrutto da enzimi presenti all'interno del neurone (p.es. monoaminoossidasi = MAO) o può essere ritrasportato all'interno delle vescicole sinaptiche per essere quindi liberato da un successivo impulso nervoso.
Le diverse tappe della trasmissione sinaptica che abbiamo descritto possono rappresentare altrettanti siti di azione per gli psicofarmaci (xiii).  torna a inizio capitolo

2.6 SINTESI DEL NEUROTRASMETTITORE

I farmaci possono inibire o stimolare la sintesi di un determinato neurotrasmettitore. Un tipico esempio di farmaco che agisce aumentando la sintesi di un neurotrasmettitore è la L-DOPA, il diretto precursore della dopamina. Essa viene catturata dai neuroni dopaminergici e trasformata in dopamina ad opera della DOPA decarbossilasi (xiv). La tirosina idrossilasi è regolata da meccanismi a lungo e breve termine (xv) ed è il passaggio limitante nella sintesi di dopamina, noradrenalina e adrenalina (vedi oltre).
Esistono numerose sostanze che inibiscono gli enzimi deputati alla sintesi dei neurotrasmettitori. Tra queste ricordiamo l'a-metil-tirosina che blocca la sintesi delle catecolamine inibendo la tirosina idrossilasi, e la paracloro-fenilalanina, che impedisce la sintesi della serotonina bloccando l'enzima triptofano-idrossilasi.  torna a inizio capitolo

2.7 IMMAGAZZINAMENTO DEL NEUROTRASMETTITORE

L'esempio tipico di un farmaco che agisce impedendo l'immagazzinamento del neurotrasmettitore nelle vescicole sinaptiche, è rappresentato dalla reserpina. Questa sostanza blocca in modo irreversibile il sistema di trasporto delle monoamine dal citoplasma all'interno delle vescicole sinaptiche (xvi). In questo modo le monoamine, che non possono essere immagazzinate nelle vescicole, restano nel citoplasma, preda della monoaminossidasi che le distrugge; le vescicole si svuotano perciò del neurotrasmettitore e si ha la paralisi della trasmissione monoaminergica. Da questa paralisi dipendono sia l'effetto antiipertensivo (paralisi del simpatico) e antipsicotico (paralisi della trasmissione dopaminergica) della reserpina, sia la sua capacità di provocare gravi sindromi depressivi (inibizione della trasmissione noradrenergica, serotoninergica e dopaminergica).  torna a inizio capitolo

2.8 LIBERAZIONE DEL NEUROTRASMETTITORE

L'amfetamina favorisce la liberazione della noradrenalina e della dopamina dalle terminazioni nervose. Gli effetti stimolanti centrali di questa sostanza sono attribuiti prevalentemente alla liberazione di dopamina. L'amfetamina non agisce sulla dopamina immagazzinata nelle vescicole, ma libera quella quota di neurotrasmettitore libero nel citoplasma (xvii). Questo pool di dopamina libera è costituito dalla dopamina appena sintetizzata e non ancora trasportata all'interno delle vescicole.  torna a inizio capitolo

2.9 BLOCCO DELLA RICATTURA

Tra i farmaci che agiscono in questa tappa della trasmissione sinaptica troviamo gli antidepressivi triciclici, gli inibitori selettivi della ricattura della serotonina (SSRI), la cocaina e l'amfetamina (xviii). Gli antidepressivi triciclici bloccano il più importante meccanismo di inattivazione della noradrenalina e della serotonina, e cioè la ricattura di queste monoamine da parte della terminazione nervosa che le ha liberate. Le proteine che trasportano il GABA, la glicina, le monoamine sono state clonate di recente e mostrano una struttura genica molto simile tra loro costituita da 12 motivi altamente conservati durante l'evoluzione ed inseriti in modo regolare, nella membrana cellulare. Solitamente il trasporto dei neurotrasmettitori viene prodotto, dal punto di vista energetico, da quello contemporaneo di ioni Na+ e Cl-, assomigliando in questo e anche dal punto di vista strutturale sia al trasportatore del glucosio sia, per qualche motivo ancora ignoto, alla sequenza dell'adenilato ciclasi (xix).
In questo modo le monoamine che non vengono rimosse dallo spazio sinaptico possono agire più a lungo e la trasmissione ne risulta potenziata.
Gli effetti centrali della cocaina sono dovuti alla sua capacità di bloccare la ricattura, e quindi di potenziare l'attività della dopamina nel S.N.C.. L'amfetamina, oltre agli effetti descritti nel paragrafo precedente, è in grado di bloccare la ricattura della dopamina e di inibire le monoaminossidasi.  torna a inizio capitolo

2.10 BLOCCO DEGLI ENZIMI INATTIVANTI

Gli inibitori delle MAO bloccano gli enzimi deaminanti e quindi potenziano la trasmissione monoaminergica, producendo un aumento della disponibilità di neurotrasmettitore da liberare nello spazio sinaptico.  torna a inizio capitolo

2.11 INTERAZIONE NEUROTRASMETTITORE-RECETTORE

Un farmaco può legarsi al recettore del neurotrasmettitore e imitarne l'azione o essere incapace di attivarlo. Il farmaco che attiva il recettore viene definito agonista, quello invece che si lega al recettore senza attivarlo e impedisce l'azione del neurotrasmettitore naturale, si definisce antagonista (xx).
Un esempio classico di farmaco agonista è rappresentato dalla morfina. Questa sostanza deve infatti i suoi effetti alla capacità di attivare i recettori oppiacei, i cui neurotrasmettitori naturali sono rappresentati dalle endorfine.I farmaci antipsicotici rappresentano invece i classici farmaci antagonisti. Essi infatti agiscono bloccando i recettori della dopamina nel S.N.C., impedendone quindi l'azione.Un interessante fenomeno, che si manifesta a livello dei recettori quando si effettuano trattamenti cronici con farmaci attivi sul sistema nervoso, è il cambiamento del loro numero e della sensibilità per il neurotrasmettitore (xxi). Un esempio tipico di questo fenomeno è rappresentato dall'aumento del numero dei recettori della dopamina che si verifica in seguito ad un loro blocco prolungato da parte dei farmaci antipsicotici. Si ritiene che l'aumento del numero dei recettori sia un meccanismo adattativo messo in atto dal sistema dopaminergico di fronte alla denervazione funzionale.
Questo aumento del numero di recettori della dopamina sarebbe alla base delle discinesie tardive, il più grave effetto collaterale dei farmaci neurolettici, che si manifesta soprattutto alla sospensione di un trattamento cronico con questi farmaci.
Un fenomeno opposto alla supersensibilità da denervazione può manifestarsi quando i recettori sono esposti cronicamente ad un eccesso di neurotrasmettitore. Un esempio tipico di questo fenomeno è rappresentato dalla diminuzione del numero di recettori ß-adrenergici come conseguenza di un trattamento cronico con antidepressivi (Down regulation). Questi farmaci infatti bloccano i sistemi di inattivazione della noradrenalina (noradrenalina) (monoaminossidasi o reuptake), e quindi aumentano le concentrazioni di questo neurotrasmettitore nello spazio sinaptico a livello dei recettori, che - per contro - diminuiscono il proprio numero.  torna a inizio capitolo

2.12 LA TRASDUZIONE DEL SEGNALE SINAPTICO

Recenti ricerche suggeriscono come fenomeni di adattamento intracellulare che sono secondari alla interazione tra substrato e recettore, siano i principali mediatori dell'effetto a lungo termine dei farmaci e di altre sostanze attive sul S.N.C.. L'accumulo di AMP ciclico (AMPc) ottenuto attraverso diversi meccanismi (xxii) si tradurrebbe in una attivazione di specifiche fosforilasi in grado, a loro volta, di modificare la trasduzione del segnale (xxiii) e quindi l'affinità di fattori di trascrizione per regioni regolatorie del DNA. L'attivazione di complessi proteici come quelli leganti il complesso AP-1 e CREB, di cui é stato maggiormente caratterizzato il meccanismo d'azione, sarebbero influenzate non solo dagli antidepressivi, ma anche da stabilizzanti del tono dell'umore come il litio, l'acido valproico e la carbamazepina.  torna a inizio capitolo