Capitolo 8
PSICOSI E SCHIZOFRENIA

8.1 INTRODUZIONE
8.2 DESCRIZIONE CLINICA DELLE PSICOSI
 8.2.1 PSICOSI PARANOIDEA
 8.2.2 PSICOSI DISORGANIZZATA/ECCITATA
 8.2.3 PSICOSI DEPRESSIVA (DEPRESSIONE DELIRANTE)
 8.2.4 SCHIZOFRENIA
8.3 BASI BIOLOGICHE DEI SINTOMI POSITIVI E NEGATIVI
8.4 L'IPOTESI DOPAMINERGICA DELLA SCHIZOFRENIA: PROBLEMI PSICOFARMACOLOGICI

8.1 INTRODUZIONE

Psicosi è un termine così difficile da definire che nessuna definizione è stata mai accettata universalmente. E' frequentemente mal impiegato non solo dai mass-media ma anche, sfortunatamente, tra i professionisti delle malattie mentali. Ciò è dovuto sia alla mancanza di un accordo tra esperti su come definire la psicosi e la malattia psicotica, sia all'impatto negativo e alla paura che essa genera nella società. Le dispute sui criteri diagnostici portano a frequenti riformulazioni tra gli esperti, mentre il cittadino medio si preoccupa di miti datati di "malati mentali", inclusi gli "assassini psicotici", la "rabbia psicotica", e l'equivalenza terminologica tra "psicosi" e il peggiorativo "follia".
Abbiamo già discusso delle idee sbagliate sulla malattia mentale nella parte sulla sulla depressione. Non c'è nessun altra area della psichiatria dove i fraintendimenti siano maggiori che nell'area del disturbo psicotico. Il lettore deve essere ben preparato sulla diagnosi e sul trattamento della malattia psicotica in modo da dissipare le convinzioni irragionevoli e aiutare a destigmatizzare questo devastante gruppo di malattie.
Questa parte non ha il compito di elencare i criteri diagnostici di tutti i diversi disturbi mentali in cui la psicosi è un tratto specifico o un sintomo associato. Si rimanda pertanto il lettore alle fonti standard (DSM-IV e ICD-10) di tali informazioni. Affronteremo le psicosi come una sindrome che sia il bersaglio per il trattamento farmacologico antipsicotico senza tenere conto del disturbo mentale specifico con cui si associa.  torna a inizio capitolo

8.2 DESCRIZIONE CLINICA DELLE PSICOSI

La psicosi è una sindrome (cioè, un insieme di sintomi) che può associarsi a diversi disturbi psichiatrici, ma che non rappresenta un disturbo specifico negli schemi diagnostici come il DSM-IV o il ICD-10. Al massimo, psicosi significa delirio ed allucinazioni. Generalmente include anche sintomi quali eloquio e comportamento disorganizzati, e gravi distorsioni della realtà.
Quindi, la psicosi può essere considerata un gruppo di sintomi in cui le capacità mentali, la risposta affettiva di una persona, e la sua capacità di riconoscere la realtà, di comunicare e avere relazioni con gli altri è compromessa. I disturbi psicotici possiedono come tratto specifico sintomi psicotici; ci sono però altri disturbi in cui i sintomi psicotici possono essere presenti, senza essere necessari per la diagnosi.
Disturbi che richiedono la presenza della psicosi come tratto specifico della diagnosi includono due disturbi psicotici maggiori: schizofrenia e disturbi psicotici indotti da sostanze d'abuso (cioè, farmaco-indotte). Altri disturbi che richiedono la psicosi come tratto caratteristico includono il disturbo schizofreniforme, il disturbo schizoaffettivo, il disturbo psicotico breve, il disturbo psicotico misto, e il disturbo psicotico causato da condizioni mediche generali.
Disturbi che possono o non possono essere associati a sintomi psicotici includono mania e depressione così come diversi disturbi cognitivi quali la demenza di Alzheimer.
La psicosi di per sé può essere paranoide, disorganizzata/eccitata, o depressiva. Le distorsioni della percezione e i disturbi motori possono essere associati con qualsiasi tipo di psicosi. Le distorsioni della percezione includono l'essere tormentati da allucinazioni vocali; sentire voci che accusano, incolpano, minacciano punizioni; avere delle visioni; riferire allucinazioni tattili, gustative, o olfattive; oppure riferire che le cose familiari o la gente sembrano cambiate. I disturbi motori sono posture rigide e peculiari; evidenti segni di tensione; sogghigni o risatine inappropriate; caratteristici gesti ripetitivi; il parlare, borbottare o biascicare con se stessi; o guardarsi intorno come se si sentissero voci.  torna a inizio capitolo

8.2.1 PSICOSI PARANOIDEA

Nella psicosi paranoidea, il paziente ha idee proiettive paranoiche, belligeranza ostile, ed espansività esagerata. La proiezione paranoica include preoccupazione con idee deliranti; credere che la gente stia parlando di lui; credere di essere perseguitato, o di essere vittima di cospirazione; credere che la gente o forze esterne controllino le sue azioni. La belligeranza ostile è l'espressione verbale di sentimenti di ostilità; esprimere una tendenza al disprezzo; manifestare un atteggiamento ostile, risentito; manifestare irritabilità; tendere ad incolpare gli altri; esprimere sentimenti di risentimento; disapprovarsi e definirsi colpevole; così come essere sospettosi verso la gente. Espansività esagerata è l'esibire comportamenti di superiorità; sentire voci che pregano o glorificano, credere di avere poteri insoliti, essere una personalità ben nota, o avere una missione divina.  torna a inizio capitolo

8.2.2 PSICOSI DISORGANIZZATA/ECCITATA

In una psicosi disorganizzata/eccitata, c'è una disorganizzazione concettuale, disorientamento, ed eccitamento. La disorganizzazione concettuale può essere caratterizzata dal dare risposte che sono irrilevanti o incoerenti; eludere il soggetto della discussione; usare neologismi; o ripetere certe parole o frasi. Il disorientamento è il non sapere dove ci si trova, la stagione dell'anno, l'anno, o la propria età. Eccitamento è l'esprimere i propri sentimenti senza limiti; manifestare un eloquio affrettato; avere un umore elevato; esibire un atteggiamento di superiorità; drammatizzare i propri sintomi o quelli di un altro; manifestare eloquio rumoroso; esibire iperattività o instancabilità; esibire un eloquio eccessivo  torna a inizio capitolo

8.2.3 PSICOSI DEPRESSIVA (DEPRESSIONE DELIRANTE)

La psicosi depressiva è caratterizzata da rallentamento, apatia, autopunizione e sensi di colpa. Rallentamento e apatia significano manifestare un eloquio lento; indifferenza per il proprio futuro; espressione faciale fissa; movimenti rallentati; deficit della memoria recente; manifestare blocco della parola; apatia verso i propri problemi o quelli di un altro; aspetto disordinato; eloquio sommesso o soffocato; e incapacità di rispondere alle domande. Autopunizione e colpa ansiose sono la tendenza a incolparsi o condannarsi; l'ansia verso specifici problemi; apprensione verso vaghi eventi futuri; un'attitudine all'autodeprecazione; manifestare umore depresso; esprimere sentimenti di colpevolezza e rimorso; preoccupazione con pensieri di suicidio, idee non volute, e paure specifiche; sentimenti inappropriati o immorali.
Questo esame dei gruppi di sintomi psicotici non costituisce un criterio diagnostico per qualsiasi disturbo psicotico. E' una semplice descrizione dei diversi sintomi presenti nella psicosi per fornire al lettore una rassegna della natura dei disturbi comportamentali associati con varie malattie psicotiche.  torna a inizio capitolo

8.2.4 SCHIZOFRENIA

Sebbene la schizofrenia sia forse il tipo meglio conosciuto di disturbo psicotico e quello più comune, esso non è sinonimo di psicosi, ma è solo uno delle molteplici cause di psicosi. La schizofrenia colpisce l'1% della popolazione, e negli USA ci sono in un anno più di 300.000 episodi schizofrenici acuti. Tra il 25% e il 50% dei pazienti schizofrenici tenta il suicidio, e il 10% con successo, contribuendo a una mortalità 8 volte superiore di quella della popolazione generale.
Negli USA, i pazienti schizofrenici occupano il 25% dei posti letto ospedalieri e sono il 40% dei lungodegenti. Più del 20% di tutte le risorse dell'assistenza sociale viene impiegato per la cura dei pazienti schizofrenici. I costi diretti e indiretti della schizofrenia nei soli Stati Uniti sono stimati intorno a decine di miliardi di dollari ogni anno.
La schizofrenia per definizione è un disturbo che può durare 6 mesi o più, includendo almeno 1 mese di deliri, allucinazioni, eloquio disorganizzato, comportamenti osceni disorganizzati o catatonici, o sintomi negativi.
I deliri sono delle idee erronee che solitamente riguardano una mal interpretazione della percezione o delle esperienze. Il contenuto più comune di un delirio nella schizofrenia è persecutorio, ma può includere una varietà di altri temi compresi quelli di referenza (cioè l'erroneo pensiero che qualcosa sia riferito a se stessi), somatici, religiosi, o di grandezza. Le allucinazioni possono comparire in tutte le modalità sensoriali (per es., auditive, visive, olfattive, gustative, e tattili), ma quelle auditive sono le più comuni e caratteristiche della schizofrenia.
Sintomi positivi e negative delle psicosi: la schizofrenia è attualmente una mescolanza di sintomi che vengono comunemente chiamati sintomi positivi e negativi. I sintomi positivi sembrano riflettere un eccesso delle normali funzioni. I sintomi positivi includono tipicamente deliri e allucinazioni; essi possono includere anche distorsioni o esagerazioni del linguaggio e della comunicazione (eloquio disorganizzato) così del controllo comportamentale (comportamento osceno disorganizzato o catatonico). I sintomi negativi includono almento 5 tipi di sintomi che cominciano tutti quanti con la lettera A:

I sintomi negativi nella schizofrenia come l'appiattimento affettivo, la mancanza di emotività, la scarsità di rapporti sociali, la passività e apatia sociali, la difficoltà nel pensare astrattamente, la mancanza di spontaneità, il pensiero stereotipato sono associati a lunghi periodi di ospedalizzazione e scarsa attività sociale.  torna a inizio capitolo

8.3 BASI BIOLOGICHE DEI SINTOMI POSITIVI E NEGATIVI

Le basi biologiche della schizofrenia rimangono oscure. Tuttavia, le basi biologiche dei sintomi positivi si crede siano legati ad un'iperattività dei neuroni dopaminergici: specificamente, della via dopaminergica mesolimbica. Questo sistema è alla base dei sintomi positivi sia quando questi siano parte della schizofrenia, o delle psicosi indotte da farmaci, o quando i sintomi psicotici positivi si accompagnano a mania, depressione, o denìmenza. I sintomi negativi della schizofrenia possono coinvolgere altre regioni del cervello quali la corteccia prefrontale dorsolaterale e altri sistemi neurotrasmettitoriali. Infatti, lo stato comportamentale deficitario suggerito dai sintomi negativi implica una iporeattività o anche una "distruzione" di certi sistemi neuronali. Questo può essere legato all'iperattività eccitatoria tossica dei sistemi glutamatergici. Nella schizofrenia, il disturbo può essere in alcuni pazienti progressivo, implicando un processo degenerativo in atto che crea uno stato deficitario in costante aumento.  torna a inizio capitolo

8.3.1 L'IPOTESI DOPAMINERGICA

Da più di 20 anni è stato osservato che le malattie o i farmaci che aumentano la dopamina aumentano o producono i sintomi psicotici positivi, mentre i farmaci che riducono la dopamina riducono o bloccano i sintomi positivi. Per esempio, gli stimolanti come l'amfetamina e la cocaina liberano dopamina e, se somministrate ripetutamente, possono causare una psicosi paranoidea virtualmente indistinguibile da quella della schizofrenia. Ancora, tutti gli antipsicotici noti capaci di trattare i sintomi psicotici positivi sono dei bloccanti dei recettori dopaminergici, in particolare dei recettori dopaminergici D2. Questa viene definita talvolta l'ipotesi dopaminergica della schizofrenia. Forse una definizione più precisa e moderna è l'ipotesi dopaminergica mesolimbica dei sintomi psicotici, poichè si crede che sia una specifica iperattività di questa via dopaminergica a mediare i sintomi positivi delle psicosi. Allo stesso modo, è il blocco dei recettori dopaminergici postsinaptici di questa via che si pensa medino l'efficacia antipsicotica degi farmaci antipsicotici e la loro abilità nel ridurre o bloccare i sintomi psicotici positivi.  torna a inizio capitolo

8.4 L'IPOTESI DOPAMINERGICA DELLA SCHIZOFRENIA: PROBLEMI PSICOFARMACOLOGICI

L'ipotesi dopaminergica della schizofrenia illustra quindi non solo un'utile ipotesi circa il meccanismo neurobiologico della psicosi e dei meccanismi psicofarmacologici dei farmaci antipsicotici; essa descrive anche il dilemma degli psicofarmacologi. Cioè, non c'è dubbio che i farmaci antipsicotici standard sono stati dei potenti agenti terapeutici per i sintomi psicotici positivi sin dalla loro prima introduzione negli anni '50. Tuttavia, esistono quattro vie dopaminergiche nel cervello, e sembra che sia utile bloccare i recettori dopaminergici di una sola via, mentre bloccare i recettori dopaminergici delle rimanenti tre può essere pericoloso.
In particolare, abbiamo già enfatizzato che l'azione teroicamente utile dei neurolettici è bloccare le vie dopaminergiche mesolimbiche in modo da ridurre i deliri e le allucinazioni. Però, la conseguenza di ciò è bloccare i recettori delle altre tre vie dopaminergiche con un costo per il paziente. Bloccare la via tubero-infundibolare significa aumentare i livelli di prolattina e la possibilità di galattorrea.
Bloccare la via dopaminergica nigrostriatale significa la comparsa acuta di un parkinsonismo farmaco-indotto, o sindromi extrapiramidali, caratterizzate da disturbi motori. Poichè la psicosi può essere una malattia cronica, e i neurolettici necessari per lungo tempo, specialmente nella schizofrenia, ci possono essere conseguenze a lungo termine causate dal blocco dei recettori dopaminergici delle vie nigrostriatali. La più immediata può essere che il paziente interrompa la terapia per interrompere questi effetti collaterali altamente indesiderabili, soprattutto acatisia, rigidità, e tremore.
Peggiore ancora è il fatto che il blocco dei recettori dopaminergici nigrostriatali per lungo tempo in seguito a trattamento cronico con neurolettici può causare un disturbo motorio devastante e potenzialmente ireversibile, cioè una condizione chiamata discinesia tardiva. La discinesia tardiva è un set di movimenti ipercinetici, soprattutto della faccia, collo ed estremità. Questi includono movimenti di contrazione labiale, di masticamento, di protusione linguale, smorfie, e movimenti rapidi degli arti. Si crede che la discinesia tardiva sia la conseguenza del blocco duraturo dei recettori dopaminergici nigrostriatali, che induce una up-regulation dei recettori dopaminergici postsinaptici dei neuroni striatali nell'inutile tentativo di contrastare il blocco di questi recettori. La conseguenza di questa up-regulation può essere la discinesia tardiva. Se il blocco viene rimosso abbastanza presto, la discinesia tardiva può essere reversibile, in teoria per la riduzione dei recettori dopaminergici una volta che viene rimosso il blocco. Tuttavia, nei casi di trattamento a lungo termine, i recettori dopaminergici apparentemento non possono o non si riducono, anche quando i neurolettici vengono interrotti, portando ad una condizione irreversibile di discinesia tardiva, sia che i neurolettici vengano somministrati o meno.
Un ultimo problema del bloccare ogni recettore dopaminergico nel cervello quando si somministra un neurolettico è il blocco dei recettori dopaminergici mesocorticali. Mentre abbiamo menzionato che alcune evidenze suggerirebbero che ciò può essere utile per aiutare a ridurre sia i sintomi positivi che negativi, ci sono altre evidenze che suggeriscono che bloccare i recettori dopaminergici mesocorticali è controproducente, sia peggiorando i sintomi negativi o producendo un appiattimento cognitivo dovuto llo stato deficitario neurolettico-indotto. Poichè tale via dopaminergica mesocorticale può essere già ipoattiva e mediare i sintomi negativi, bloccarla può solo ridurne ulteriormente l'attivià e produrre un maggior numero di sintomi negativi.
Quindi c'è un doloroso rovescio della medaglia nell'uso dei neurolettici. Per i pazienti con una malattia psicotica maligna caratterizzata dalla devastazione della propria vita da sintomi positivi quali deliri ed allucinazioni, i neurolettici sono un trattamento pietoso, alleviando questo tipo di sofferenza. D'altra parte, il prezzo da pagare è la simultanea produzione di sintomi extrapiramidali acuti (nella maggior parte dei casi), discinesie tardive (frequenti), possibile galattorrea (rara), e anche peggioramento verso i sintomi negativi (teorico). C'è anche la possibilità di una rara ma fatale complicazione chiamata sindrome neurolettica maligna, associata con una grave rigidità muscolare, temperatura elevata, coma, e anche morte. Queste significative limitazioni al trattamento delle psicosi hanno acceso la ricerca per trovare una terapia migliore, e che verrà discussa più in là in questo volume dopo la descrizione dei neurolettici standard.  torna a inizio capitolo